Filosofia

La pianta che non si muove va guardata e in qualche modo anche ascoltata.

Siamo agricoltori liberi, uniti nel rispetto della terra e della sua fertilità.

Lavoriamo con passione per far crescere una pianta che mantenga la sua spontaneità espressiva.

Trasformiamo i frutti della nostra terra per il benessere di chi ne fruisce.

Contribuire all’armonia tra uomo e natura è il nostro fine ultimo.

-Bewahrung der Schöpfung // Rainer Zierock-

+ Appunti di Elisabetta (parte 1)

Dall’uva al vino

Quando una viticoltura sana permette alla pianta di esprimersi nella sua interezza, il frutto che ne deriva sarà espressione di autenticità. 

La qualità del vino che produciamo si manifesta nella vitalità del prodotto. Il preservare le forze di vita del frutto originario durante il passaggio di trasformazione uva – vino restituisce al vino e a chi lo beve la percezione del suo luogo di origine, entra in sintonia con il cibo, fa nascere una bevanda digeribile che dona senso di benessere. 

Non ricorriamo ad interventi correttivi in cantina: nulla viene aggiunto, tutto viene accompagnato cercando di mettersi in ascolto. Il vino mantiene spontaneità espressiva e trasmette la personalità di una materia prima intensa e viva. 

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Ci sembra così di portare dentro un bicchiere la fragranza dei fiori dei pascoli dolomitici, la mineralità delle rocce che circondano le vigne, la chiarezza dei cieli di montagna, l’indole del popolo che abita le valli alpine. 

È nostro compito trasferire tutto il carattere della terra trentina dentro ogni nostra bottiglia.

+ Appunti di Elisabetta (parte 2)

Vinifichiamo le uve in recipienti diversi, e negli stessi affiniamo poi il vino. 

Il legno di acacia e rovere dei tini e delle botti è materiale vivo: molto partecipe ai processi di trasformazione, lascia qualche sua traccia e accompagna il vino nel tempo, sostenendolo. 

La terracotta delle tinajas dona all’uva la libertà completa di esprimersi e al vino la possibilità di ricollegarsi con la terra. Questi contenitori sono fortemente energetici: la loro forma ampia e allungata avvolge ed accoglie. 

I contenitori in cemento aiutano per la loro inerzia termica. 

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Usiamo solo lieviti indigeni e non controlliamo le temperature in fermentazione. Non aggiungiamo solfiti al vino se non dopo il primo travaso – che normalmente avviene dopo sei-otto mesi dalla svinatura – per arrivare ad avere non più di 30mg/l di anidride solforosa totale in bottiglia. Tutti i nostri vini vengono imbottigliati senza essere filtrati. 

+ Dove nasce il vino

Il nostro lavoro si misura con il tempo, con i ritmi della natura, con l’aspettare che la vite cresca, invecchi, dia frutti, con l’evoluzione lenta del vino nel silenzio e nel buio della cantina, con il suo cambiare dentro la bottiglia, prima, e dentro il bicchiere poi. 

La spontaneità espressiva di un vino carico di vita permette una sua continua trasformazione, un rivelarsi in tutta la sua essenza. È un vino che non ci lascia mai. 

Quando aprirete una nostra bottiglia fate si che abbia la temperatura di cantina, versate il vino in bicchieri ampi e seguitelo nel tempo: vi accompagnerà con versatilità, condividendo la personalità di un’intensa materia prima che accoglie la varietà del cibo che avrete nel piatto. 

Un vino ricco di forze vitali nasce da un atto di amore verso la natura, e come tale non potrà che avvolgervi e sorprendervi.

+ Argilla: il tramite fra il mondo cosmico e il mondo terrestre